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L’Accademia Ligure di Scienze e Lettere è un ente morale avente lo scopo di contribuire con studi, pubblicazioni, conferenze e col conferimento di premi e di borse di studio al progresso sia delle scienze fisiche, naturali, matematiche e mediche, sia di quelle morali, storiche, letterarie e giuridiche.

 

PROSSIMO APPUNTAMENTO

Giovedì 30 marzo 2023, ore 17

Annalisa Azzola, Università degli Studi di Genova
Ilaria Mancini, Università degli Studi di Genova
Alice Oprandi, Università degli studi di Genova

terranno una conferenza dal titolo:

“Il Mediterraneo: un mare di cambiamenti”

Sotto gli effetti delle pressioni antropiche locali e globali, gli ecosistemi marini stanno cambiando sempre più velocemente. La teoria dell’ecologia dell’equilibrio, secondo cui le comunità marine tendono a essere stabili e in perfetto equilibrio con le condizioni ambientali, è sempre più distante dalla realtà. Oggi, il concetto di stabilità in ecologia è infatti messo in discussione dall’idea che le comunità marine siano imprevedibili e non tendano o fluttuino intorno all’equilibrio ma semplicemente cambino. Questa scuola di pensiero emergente viene definita “ecologia del cambiamento”. Identificare i cambiamenti nella diversità e nella composizione degli ecosistemi marini è importante per comprendere i fattori naturali e antropici che ne determinano il cambiamento. Le serie storiche di dati, soprattutto quelle che si estendono oltre la carriera dei singoli scienziati, sono fondamentali a questo proposito, ma purtroppo sono raramente disponibili. In assenza di serie storiche di dati, il cambiamento nel tempo può essere opportunamente valutato rivisitando siti già studiati in passato. Nello studio del cambiamento nel tempo si possono considerare diversi livelli di complessità, ad esempio popolazione, comunità ed ecosistema. A livello di popolazione, il monitoraggio delle specie autoctone e non autoctone si rivela utile per valutare gli effetti del cambiamento climatico. A più ampia scala, la perdita di alcune specie a causa di eventi di mortalità di massa e l’espansione di specie termofile di varia origine, portano a un cambiamento nella composizione delle comunità. In questo contesto, è fondamentale valutare se il cambiamento a livello di comunità porta a un cambiamento nella funzionalità dell’ecosistema. La biodiversità può infatti fornire un cuscinetto biologico per mantenere il funzionamento dell’ecosistema di fronte ai cambiamenti ambientali.

Nell’era definita dell’Antropocene, il maggiore driver di cambiamento è il riscaldamento globale che, con il conseguente e repentino aumento della temperatura dell’acqua, sta influenzando gli ecosistemi marini attraverso una combinazione di effetti diretti sugli organismi e di effetti indiretti. I cambiamenti dei fattori ambientali che avvengono su larga scala o perdurano nel tempo (fenomeno noto come “cambiamento di regime”) possono provocare drastici cambiamenti nella struttura e nella composizione delle comunità, fenomeno conosciuto come “cambiamento di fase”. In anni recenti si sta assistendo a cambiamenti di fase nella maggior parte degli habitat marini, determinati, soprattutto in Mediterraneo, da tre processi principali: i) mortalità di massa; ii) aumento dell’incidenza di epidemie; e iii) spostamento verso nord di specie termofile ad affinità sub-tropicale e arrivo e insediamento di specie ad affinità tropicale, queste ultime definite specie non indigene (alloctone) o specie aliene.

Sono ancora pochi gli studi sull’effetto dei cambiamenti climatici che considerano grandi scale spaziali e serie temporali di dati a lungo termine. Risulta quindi fondamentale la raccolta di dati rappresentativi delle variabili ambientali, per migliorare la nostra capacità di valutare l’impatto dei cambiamenti climatici e prevedere i futuri effetti che questi avranno sugli ecosistemi marini.

 Annalisa Azzola è assegnista di ricerca in Ecologia Marina presso il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Ambiente e della Vita (DiSTAV) dell’Università di Genova. Ha svolto il suo dottorato (concluso a inizio marzo 2023) nel laboratorio di Ecologia del Paesaggio Marino con un progetto riguardante le scogliere rocciose del Mediterraneo e le scogliere coralline delle Maldive. In particolare, i suoi principali temi di ricerca comprendono la caratterizzazione, il monitoraggio, la valutazione dello stato ecologico, della biodiversità e dei cambiamenti nel tempo degli habitat marini costieri, come le scogliere rocciose e il coralligeno, le grotte marine sommerse e le scogliere coralline tropicali. Parte della sua ricerca è improntata inoltre sulla valutazione degli impatti antropici locali (e.g., pesca e attività subacquea) e impatti antropici globali (i.e., cambiamenti climatici). I suoi studi si basano sull’adozione di tecniche di immersione scientifica per le indagini visive sul campo e il campionamento fotografico. Ha partecipato a spedizioni scientifiche e attività di ricerca nel Mediterraneo e alle Maldive. Attualmente lavora presso il Laboratorio di Ecologia del Paesaggio Marino nell’ambito di un progetto PNRR sulla biodiversità marina.

Ilaria Mancini è dottoranda in Ecologia Marina presso il laboratorio di Ecologia del Paesaggio Marino dell’Università di Genova. Il suo dottorato si inserisce nell’ambito del progetto di ampliamento della diga foranea del porto di Genova. In fase di progettazione e realizzazione di questo intervento si sta occupando di valutare preventivamente la presenza di biocenosi di pregio e di specie e/o habitat protetti prioritari, e monitorare nel tempo il loro stato di salute, al fine di monitorare ogni eventuale impatto ambientale. Nell’ambito del suo progetto si sta principalmente occupando di monitorare e valutare lo stato ecologico delle praterie di Posidonia oceanica, delle scogliere rocciose e dell’habitat coralligeno presenti davanti alla città di Genova. Prima di vincere il dottorato, con una borsa di studio, ha seguito un progetto di habitat restoration, durante il quale si è occupata di riforestare un’area di 100 m2 di prateria di Posidonia oceanica in forte regressione nel Golfo del Tigullio. Ha partecipato a spedizioni scientifiche e attività di campo in Mediterraneo e alle Maldive.

 N.B. La conferenza si svolgerà in presenza. In seguito, sarà disponibile la registrazione sul canale YouTube dell’Accademia. Tuttavia, è possibile seguire la conferenza anche via zoom: https://us02web.zoom.us/j/5964880155?pwd=eHYrTWUxeXg0K1M1d0l2b0hDeTFPQT09